Eravamo a metà degli anni '80. Passavamo del tempo a fare questi programmini di una riga sui primi computer che circolavano. Erano gli anni del Commodore 64 ( e del suo fratello piccolo il VIC 20), il Sinclair ZX Spectrum. Ancora prima c'era il Texas TI99. I più fortunati avevano il rivoluzionario APPLE IIC.
In pratica si trattava di scrivere un microcodice, quasi sempre in BASIC, in cui non si potevano superare la singola riga. Erano 255 battute a disposizione (la 256ma era il tasto di esecuzione): una palestra di sintesi formidabile.
In uno scambio con Francesca Chiusaroli (@fchiusaroli) su Twitter mi sono reso conto che anche qui si cadeva nell'ambito delle #scritturebrevi e della ricerca di cui si occupa quel blog riguardo i nuovi codici e/o linguaggi della/nella comunicazione moderna.
Qui trovate il link specifico di #scritturebrevi : La virtù nel mezzo.
Un aquilone era già passato per scritture brevi: le intersezioni continuano.
Qui invece, i più curiosi, troveranno un testo sulla storia dei programmi di una riga, che è anche una storia dei linguaggi, della programmazione e dei computer: 10 print.
Un testo scritto benissimo e che ho trovato molto interessante. In un'epoca di app, portability estesa del software e visual object oriented programming, un po' di storia non nuoce.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento