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lunedì 20 febbraio 2017

assemblea

Non sono più un elettore del PD. Non da oggi. Ieri ho seguito con una certa attenzione l'assemblea, così come la campagna referendaria conclusasi lo scorso 4 Dicembre. In fondo, guardo sempre da quella parte per cercare di capire se ci sono segni di cambiamento.
Purtroppo non ho trovato nulla.
Il Partito Democratico ha completamente smarrito, da tempo, il contatto con il territorio, con le persone in ultima (e facile) analisi.
Mentre le altre coalizioni sono comprensibilmente unite da qualcosa che è facile individuare, non si capisce più cosa e chi il PD rappresenti. Faccio riferimento alle azioni e non alle parole che sono state dette. In questi due giorni ne ho sentite di belle, altisonanti, retoriche nella forma giusta ma addosso a persone che ormai non hanno più un briciolo di autorevolezza. Anzi hanno più responsabilità che progettualità.

Pensavo che fosse un problema solo della zona dove vivo io, ma poi discutendo con amici ho capito che il rapporto con il territorio si è corrotto ovunque. In nome di una manciata di voti in più, si sono accettati accordi al ribasso, sempre più al ribasso, fino a svendere qualsiasi idea. Non tutti chiaramente, ma parlo dei gruppi dirigenti che si sono succeduti a tutti i livelli, razzolando voti senza avere uno straccio di prospettiva, di progetto, di attesa.

Quindi, per quanto mi dispiaccia, sarà giusto che nei prossimi anni l'egemonia della discussione passi in mani che non si è saputo contrastare e che pronunceranno parole come 'onestà', 'Italia agli italiani', 'no-euro', senza un briciolo di prospettiva.

Qui, ormai quasi quattro anni fa, scrivevo di una: foresta atipica nella quale vari animali si contendevano il potere. Ma ora siamo ormai al cannibalismo interno del PD.
E i piccoli grilli intanto sono cresciuti e il caimano, sia pure vecchio e stanco, è ancora lì.

Un minimo di agenda (aperta a tutti coloro che volessero lavorare per realizzarla) sarebbe auspicabile e potrebbe essere questa:
* manovra di riduzione lenta ma costante del debito pubblico
* riformulazione delle politiche economiche europee
* progetto di accoglienza degli immigrati
* piano straordinario per la disoccupazione giovanile
* piano straordinario per la scuola, l'università e la ricerca.

Le idee sono già in rete, non bisogna inventare nulla.
Lo dovremmo ai nostri figli.