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"Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo num...

lunedì 22 agosto 2016

quaranta

Tra qualche giorno saranno 40 anni. 40.

Il patto con i miei genitori era che io volevo andare a Napoli e in una classe mista. Poi qualunque scuola superiore mi sarebbe andata bene. I miei dopo qualche informazione, decisero per il Liceo Scientifico “V. Cuoco”, sezione di spagnolo. La lingua straniera (non inglese, non francese) era il prezzo che il provinciale pagava per andare a studiare in città. Fui ancora più contento. In fondo un po' d'inglese avrei potuto portarlo avanti da solo.

Mio padre il giorno prima mi accompagnò col treno per indicarmi i percorsi e le strade, in modo molto sintetico e con pochissime parole, come suo solito. Mamma era contenta perché vedeva me che ero felice. Papà al ritorno, nel treno, mi disse che
1) se avessi malauguratamente iniziato a fumare avrei dovuto chiedere i soldi a lui e a nessun altro, e 2) se mi avesse scoperto a drogarmi mi avrebbe spezzato le gambe. 

Era Settembre del 1976.

Il primo giorno di liceo mi sentivo come l’uomo sulla luna. Il treno, la città, … tutto era come lo avevo sognato, il mondo sembrava mi stesse aspettando. Arrivai con qualche minuto di ritardo nella sede dove si svolgeva il biennio, un ex-convento a Piazzetta Miracoli nel Quartiere Sanità. Entrai emozionatissimo nell'aula dove avrei conosciuto i miei nuovi compagni. Ovviamente andai a sedermi negli ultimi banchi. Fecero l’appello e al mio cognome ci alzammo in due. L’altro sarebbe diventato e ancora lo è, uno dei miei migliori amici.

Iniziarono cinque anni bellissimi, non facili, intensi, profondi e indimenticabili. Non tutti i professori che incontrammo furono all’altezza, ma l’esperienza che vivemmo assieme fu la migliore che potessimo scegliere di vivere. Non mancarono incomprensioni, piccoli e grandi diverbi, solenni incazzature, ma io oggi sono quello che è maturato in quei cinque anni. Anche la Storia (terrorismo, rapimento Moro, austerity, terremoto, ecc.) s’intrecciava fortemente con le nostre storie.

Entrai bambino e non ne uscii uomo, anzi la parte più difficile venne dopo; ma quel poco di buono che c'è in me, è nato e cresciuto in quei banchi e con quei ragazzi e quelle ragazze.

Ecco l’appello che rifaccio spesso nel mio cuore:
1. Albano
2. Alterio
3. Avitabile
4. Carreras
5. Ciriello
6. Correale (ciao Massimo, riposa in pace)
7. Degni
8. Dell’Aversana
9. De Rosa A
10. De Rosa S
11. Delle Donne (ciao Patricia, riposa in pace anche tu)
12. Giunta
13. Melfi
14. Miccoli
15. Minieri
16. Moltedo
17. Nevola
18. Niutta
19. Riccio
20. Valentini
21. Volpe

Grazie ragazzi.