Post in evidenza

tutto sembra senza limite

"Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo num...

venerdì 19 luglio 2013

pino daniele

Lunedì, 5 Gennaio 2014

E passerà
lasciami gridare
solo un po' di melodia
se capisci va bene
o sinò te futte

=================
- Non sai parlare. 
- L'importante è che saccio sunà.
==================

Una domenica di tanti anni fa, Renzo Arbore annunciò per quella puntata (L'Altra Domenica, Rai 2) l'esordio di un giovane cantautore partenopeo. Questo strano tipo, senza molte parole, prese la chitarra in mano e intonò "Na' tazzullela 'e cafè". Fu un terremoto emotivo per tutti i ragazzi napoletani come me.
Era al suo secondo album, ma quella apparizione sancì la nascita di una 'musica nuova' nonché si confermò la bravura di Arbore. Uso 'musica nuova' non a caso perchè c'era stata (c'è ancora) l'esperienza della Nuova Compagnia di Canto Popolare e poi appunto MusicaNova, ma che affondavano le radici musicali nella ricerca dell'antico interpretato in chiave moderna. Oggi si chiamerebbe world music.
Avevamo poi Merola e le canzoni classiche, ovvero la tradizione e poi c'era e l'attualità della sceneggiata. Non sapevamo, non potevamo ancora, collegare certi passaggi musicali. Poi arrivò lui, a cantare in napoletano senza usare stereotipi, anzi faceva anche protesta sociale e innestava il tutto su melodie nuove ma nelle quali si sentiva l'appartenenza.
Epifania di una modernità musicale che aspettavamo, non solo a Napoli.

Le canzoni dal primo album, Terra mia, furono sconvolgenti: sconquassarono il nostro modo di sentire la musica italiana e partenopea.
I successivi tre furono la chiusura dell'anello tra tradizione e modernità musicale intesa a livello internazionale. Noi amavamo il blues. il jazz e non volevamo rinnegare allo stesso tempo, Reginella.

Pino Daniele (Pinuccio, come lo chiamavamo tra noi) aveva fratturato un panorama stagnante ma aveva offerto la possibilita di (ri)costruire un bagaglio musicale collettivo col quale biosgnava far pace.
La cosa più bella era poi sapere che Pinuccio riscuoteva un successo crescente in tutta Italia, e in poco tempo diventò l'artista che conosciamo.

La sua evoluzione personale lo ha portato a suonare e cantare con/per i più grandi musicisti e interpreti, a fare il produttore, a seguire insomma il suo proprio percorso umano e artistico.
Ma quella domenica fu veramente un'altra domenica.

Non saprei fare una classifica delle mie preferite:  sicuramente queste due sono tra quelle che vanno più a fondo.













Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento