il profumo del pane
spesso mi guida.
#haiku
Quasi sette anni dopo ritorno a scrivere su questo blog che curavo con molta attenzione, soprattutto quando c'era Twitter. Era una forma di diario, condiviso, per evidenziare, ricordare, sottolineare momenti, idee, immagini, musiche. Poi è successo di tutto, dal COVID in poi. Il silenzio è stato quasi un passaggio naturale. Il mondo come lo conoscevamo è cambiato così rapidamente che davvero è diventato difficile orientarsi: ci vuole sempre più tempo, più attenzione. Il massacro del 7 ottobre, i palestinesi a Gaza, l'invasione russa, i ministri che celebrano battaglie di più di duemila e duecento anni fa, i dazi, lo schieramento dei due sottomarini nucleari statunitensi ... si oscilla tra l'immensità delle piccole e grandi tragedie quotidiane e la ridicola ostentazione del proprio potere. In mezzo, le persone che faticano nel sopravvivere e ad avere riconosciuti i proprio diritti, minacciati da più parti anche laddove si pensava fossero acquisiti. C'è bisogno di una presa di coscienza collettiva che in questo momento sembra davvero un'enorme utopia. Nel frattempo di vorrebbe un cessate il fuoco planetario e uno spazio maggiore a disposizione per la diplomazia. Soprattutto, credo, ci vuole maggiore verità da ricercare e stimolare con chi accetta la necessità del confronto.
Almost seven years later, I'm back writing on this blog, which I carefully curated, especially when Twitter was around. It was a kind of shared diary, to highlight, remember, and underscore moments, ideas, images, and music. Then everything happened, from COVID onwards. Silence was almost a natural progression. The world as we knew it has changed so rapidly that it's truly become difficult to navigate: it takes more and more time, more attention. The October 7th massacre, the Palestinians in Gaza, the Russian invasion, ministers celebrating battles from more than 2,200 years ago, tariffs, the deployment of two US nuclear submarines... we oscillate between the immensity of large and small daily tragedies and the ridiculous display of own little power. In the middle, people struggle to survive and have their rights recognized, threatened from all sides even where they thought they were already established. We need a collective awareness, which right now truly seems like a vast utopia. In the meantime, we would like a global ceasefire and greater space for diplomacy. Above all, I believe, we need greater truth seeking and fostering among those who accept the need for dialogue.
Quello che viene creduto da tutti, per sempre, dovunque, ha molte possibilità di essere falso.
What is believed by everyone, forever, everywhere, has a good chance of being false.
P. Valèry