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tutto sembra senza limite

"Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo num...

giovedì 29 gennaio 2015

this hard land (b. springsteen)

Hey there mister can you tell me what happened to the seeds I've sown
Can you give me a reason sir as to why they've never grown
They've just blown around from town to town
Till they're back out on these fields
Where they fall from my hand
Back into the dirt of this hard land

Now me and my sister from Germantown
We did ride
We made our bed sir from the rock on the mountainside
We been blowin' around from town to town
Lookin' for a place to stand
Where the sun burst through the cloud
To fall like a circle
Like a circle of fire down on this hard land

Now even the rain it don't come 'round
It don't come 'round here no more
And the only sound at night's the wind
Slammin' the back porch door
It just stirs you up like it wants to blow you down
Twistin' and churnin' up the sand
Leavin' all them scarecrows lyin' face down
Face down in the dirt of this hard land

From a building up on the hill
I can hear a tape deck blastin' "Home on the Range"
I can see them Bar-M choppers
Sweepin' low across the plains
It's me and you Frank we're lookin' for lost cattle
Our hooves twistin' and churnin' up the sand
We're ridin' in the whirlwind searchin' for lost treasure
Way down south of the Rio Grande
We're ridin' 'cross that river
In the moonlight
Up onto the banks of this hard land


Hey Frank won't ya pack your bags
And meet me tonight down at Liberty Hall
Just one kiss from you my brother
And we'll ride until we fall
We'll sleep in the fields
We'll sleep by the rivers and in the morning
We'll make a plan
Well if you can't make it
Stay hard, stay hungry, stay alive
If you can
And meet me in a dream of this hard land


martedì 27 gennaio 2015

maus (a. spiegelman)

Parlare di un capolavoro è difficile. Però questa è davvero un'opera particolare. 
I libri di storia potranno raccontare dettagli ed evoluzione di una delle più grandi tragedie dell'umanità. Così come i filosofi si interrogheranno ancora per anni sul senso (se c'è) di ciò che è accaduto.

Qui invece il discorso è semplice. Ci sono dei gatti terribili, sanguinari, impietosi, senza alcuna traccia di miseria e compassione che massacrano degli umili e indifesi topi.
Il tutto è raccontato dal figlio di uno dei sopravvissuti che raccoglie i racconti e le impressioni del padre, mentre fa i conti con la figura genitoriale. Raccoglie con attenzione anche le impressioni apparentemente più stupide o addirittura secondarie, che disvelano la reazione e il prezzo pagato ds un uomo normale di fronte all'abisso.

Una grafica in bianco e nero essenziale, lacerante, adeguata ai contenuti.

Dovremmo suggerire a tutti di vedere "Il Pianista", "Schindler's List" e di leggere questo. Son convinto infatti che queste tre opere siano un insieme minimo per provare a capire, a percepire l'orrore che è stato. 
E che speriamo non sia - mai - più.


venerdì 16 gennaio 2015

l'aquilone più bello

Luca 15:11-24

“[Il Signore Gesù] Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. E il padre divise fra loro i beni. 

Pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia ed egli cominciò ad essere nel bisogno. Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati.” 
Egli dunque si levò e andò da suo padre. 

Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai suoi servi: “Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. 

E si misero a fare grande festa.”

venerdì 9 gennaio 2015

il male, la satira e la libertà (#jesuischarlie)

Il Male lo compravo, lo leggevo. Spesso erano capolavori, come l falso numero di Paese Sera in cui si annunciava l'arresto di Ugo Tognazzi come capo delle BR. Moltissimi lo ricorderanno.
Altre volte c'erano vignette che a me come cattolico davano fastidio. Alcune le trovavo addirittura fastidiose o blasfeme. 
Ma guai a chi mi avesse detto che Il Male non avrebbe potuto fare satira su determinati argomenti.
Se accettiamo un mondo senza libertà di espressione, è finita. Senza se e senza ma. 
Ora inizieranno le discussioni sulla reciprocità tra Islam e Cristianesimo, sulla necessità del dialogo interconfessionale, ecc. Argomenti complessi, millenari e sempre attuali.
Ma stasera, alla fine di 48 ore da incubo, ci sono in Francia circa 20 persone morte, inclusi i terroristi, e bisogna solo dire, ribadire, gridare che la libertà di espressione è un diritto non negoziabile


(Chi crede in un Dio, qualunque sia il suo nome, preghi per tutti stasera: musulmani, cattolici, ebrei..... 
Stasera siamo morti un po' tutti.)

giovedì 8 gennaio 2015

la retorica dell'antiretorica







Chiederei a @gadlernertweet alcune cose:
1) Cosa intende per napoletanità ?
2) Come definisce una persona intelligente ?
3) Come misura le distanze ?

Considero Gad Lerner un bravo giornalista, ma stavolta credo sia caduto nella retorica dell'antiretorica. 

Peccato.


martedì 6 gennaio 2015

in memoria di un artista

Abbiamo assistito e assisteremo ad un flusso ininterrotto di commenti, necrologi, interviste, edizioni speciali dei tg sulla morte di Pino Daniele. Tutto bello, tutto giusto. 

Ma oggi non posso togliermi dalla mente il fatto che sia stato un artista incompreso dal suo paese.
Pino Daniele è passato in questa vita lasciandoci la sua musica, la sua arte, la sua visione del mondo. Ma nessuno ha mai pensato di mettergli a disposizione un luogo dove poter suonare per giovani che volessero emergere, imparare, migliorarsi.
Lui lo ha fatto, lo sappiamo bene, collaborando sia con i più grandi sia con quelli ancora agli inizi, ma ciò su base personale. 

Mi sarebbe piaciuto vivere in un paese in cui ai figli migliori venisse affidato il riscatto artistico e sociale di altri figli.

Adesso si organizzeranno serate, tributi, retrospettive, cofanetti: il tutto prevedibile e insopportabile per molti versi.  Solito marketing supportato dal marchetting intellettuale.
Ci resterà l'opera immensa di un artista che non è stato capito - volutamente o meno non ha importanza - fino in fondo.
La speranza è nei giornalisti, nei musicisti, nelle persone che lo hanno conosciuto e amato: speriamo che possano evitare che diventi la solita icona o peggio, una nuova macchietta.

giovedì 1 gennaio 2015

cominciare

L'unica gioia al mondo è cominciare. 
È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità, – si vorrebbe morire.

C. Pavese