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giovedì 3 ottobre 2013

lampedusa

Mamma mi ha detto che non devo aver paura.
La notte non è mai buia del tutto, ha detto, anche quando si va per mare.
Io le credo, le voglio credere anche se tutte queste stelle mi fanno una certa impressione. Il mare per fortuna è calmissimo e quasi non ci sono onde. Papà quando ci ha accompagnato sulla barca ci ha dato un bacio ciascuno. Uno a mamma, uno a me e uno sulla pancia di mamma dove c'è il fratellino.
Io voglio un fratellino per giocare. Mamma dice che potrebbe essere una sorellina ma io so che è un fratellino. Papà mi ha detto di stare attento a mamma e alla sua pancia. Lui ci raggiungerà tra qualche mese quando avrà messo da parte i soldi anche per il suo viaggio. Mi ha spiegato che l'Italia è un grande paese dove potremo ricominciare una vita tutti insieme, senza paura.
Mi ha detto che anche se non funziona tutto benissimo è molto meglio lì che da noi, dove sono nato io. Anche mamma mi ha detto che gli italiani sono come noi: c'è quello bravo, quello antipatico, quello che aiuta tutti, quello che ti guarda sospettoso ....
Quando siamo saliti sulla barca a me sembrava grande ma poi ho capito che eravamo tantissimi a bordo e la barca sembrava essere diventata più piccola.
Si sentiva una puzza fastidiosa ma mamma mi ha detto di non farci caso. Un uomo ci ha fatto sedere per terra vicini. Lei mi tiene la mano e mi sono messo col capo sotto al suo braccio. Ogni tanto mi accarezza. Mamma mi ha detto che Lampedusa è il nome dell'isola dove sbarcheremo e che ancora prima c'è un'isola più piccola che si chiama dei Conigli: quando la vedremo saremo arrivati.
Vorrei avere un grande giardino con tanti conigli.

Avevo pochi giocattoli ma non me ne hanno fatto portare neanche uno con me. Il signore che guida la barca ha preso i soldi di mio padre e poi ci ha detto che non potevamo portare quasi nulla con noi. È molto duro e mi sembra cattivo.
Una borsa con un po' d'acqua e qualcosa da mangiare, questo è quello che abbiamo. Mamma ha anche una foto piccola di papà e ogni tanto la guarda. Sulla barca c'è silenzio; ognuno sembra pensare ai fatti suoi e non ci sono molti bambini. Nessuno ha voglia di parlare.

Ho chiesto a mamma dove saremmo andati una volta arrivati, in quale casa, in quale città, dove avremmo dormito. Mamma mi ha detto che ci sono dei centri dove cercano di aiutare le persone che arrivano dal mare, come noi. Poi si è alzata ed è andata a guardare verso il mare girandosi. L'ho vista che piangeva, ma non le ho fatto capire che l'avevo vista.

Si è venuta a sedere di nuovo vicino a me. Mi ha sorriso di nuovo.
Mi ha detto che è meglio chiudere gli occhi un po' e cercare di riposare. Ha chinato la testa all'indietro e ha socchiuso gli occhi. Io ho fatto la stessa cosa.

Non so quanto abbiamo dormito, forse un'ora, forse pochi minuti, ma qualcuno ora sta gridando.
Una voce nella lingua che conosco dice che si vede l'isola dei Conigli. Tutti cercano di guardare in quella direzione.

Il nostro viaggio è finito.


[Grazie ad Claudia (@angioletto9) per avermi concesso l'uso del suo disegno.]


2 commenti:

  1. bellissima e commovente
    Alessia

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  2. Fuochi nel mare. E fiaccole di dignità. Terre lontane, sempre troppo.

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