Si trattava di twittare dalle 18:00 alle 18:30 con i relativi hashtag. Un convertitore digitale (se ho ben capito) si è fatto carico di trasformare il testo dei tweet in suoni.
Il risultato è qui.
In un certo senso è un forte (e riuscito) esperimento di partecipazione sonora collettiva.
Il risultato è molto interessante, ricorda i brani di certi gruppi di musica sperimentale elettronica anni '70 e anche certa fantascienza scevra da effetti speciali ma intensa dal punto di vista di atmosfera e tematiche affrontate.
Non è musica, almeno se con questo termine intendiamo la presenza di parti melodiche e/o armoniche.
Lo definirei un tappeto sonoro costruito su una base broadband, diffusa, come un rumore di fondo.
Su questo tappeto sonoro cadono dei suoni come gocce di pioggia. Toni singoli, piccoli impatti, note chiare, si ergono da un fondo che ha anche un qualcosa di inquietante. Ipnotico.
Ascolto questa traccia sonora, di 30 minuti e 21 secondi, come metafora di una vita nella quale su una base di confusione, spesso di smarrimento, di rumore di fondo, è possibile ricavare, scoprire, costruire attimi, istanti di felicità. Momenti in cui il suono è cristallino, riconoscibile, chiaro.
Resta un'immagine sonora complessiva molto forte.
Ogni tweet, ogni goccia, è l'espressione di uno di noi che qualifica quel momento: ognuno apporta il suo contributo. Ognuno.
Buon ascolto.
PS: Un complimento e un grazie a Francesca e al team di @hashbang2sound.
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