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lunedì 5 ottobre 2015

dell'amore per i libri (commento minimo)

Si scherzava stamattina sulla spesa (a volte esosa) per i libri.
Alcune persone (tra cui chi scrive) hanno una necessità quasi fisica di leggere, come se fosse bere o mangiare. È noto che la lettura sia definita come il nutrimento dell'anima.

Detto questo, e lasciate da parte le problematiche personali, una piccola considerazione va fatta. In un paese serio, gli acquisti dedicati alla cultura personale e domestica (libri e musica, sostanzialmente) dovrebbero essere incentivati.

Sono stato liceale a Napoli negli anni 76-81 e ricordo che chi tra noi non aveva soldi, frequentava assiduamente le biblioteche, soprattutto quelle di quartiere che - anche in una città difficile come Napoli - abbondavano.
Oggi è difficile trovare questo tipo di funzione pubblica e i libri si devono comprare.
Nulla di male in tutto ciò, i tempi sono cambiati, ma credo che un piccolo sforzo un governo attento potrebbe farlo.
Ad esempio portando in detrazione nella dichiarazione dei redditi gli acquisti di libri e musica. Oppure riducendo il costo dei libri scolastici che ormai è diventato un paradosso tipicamente italico.
Oppure ancora dotando di un bonus a crescere per ogni libro in più che viene acquistato, . . .

Prima ho usato l'aggettivo domestico perchè un libro (o un cd) in una libreria domestica cessa di essere un oggetto squisitamente personale e diventa un'opportunità sia per chi vive in quella famiglia sia per chi ci passa per poche ore.

I miei amici francesi addirittura comprano di un libro l'edizione economica da leggersela sui mezzi pubblici e poi passano a quella rilegata solo se il libro vale; doppio acquisto.
Ma c'è anche da dire che nella metropolitana di Santiago del Cile, i passeggeri possono prendere libri in prestito in ogni stazione.

Insomma, se si vogliono mettere al centro l'educazione e la cultura, i mezzi ci sono.

Invece.

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