La linguistica è una una disciplina affascinante. L'ho sempre pensato ma non ho mai avuto il tempo di approfondire nulla. Grazie a twitter, che ormai è il mio pusher di contenuti, scopro e seguo Andrea Moro e il suo libro "Parlo dunque sono".
Una trattazione che ho trovato di livello elevatissimo.
I vari capitoli sono presentati come istantanee, come un album di fotografie che non hanno quindi la pretesa di raccontare tutto, ma che rappresentano e definiscono i punti fondamentali e gli snodi critici.
Un viaggio nel tempo, nella storia e soprattutto nell'evoluzione del pensiero umano grazie al quale dalle lingue e i linguaggi si arriva ben presto alla matematica, alla fisica, alla musica, alla biologia, alla logica, alla letteratura, alla poesia e alla (bio)neurologia.
Si percepisce, sullo sfondo, questa visione unitaria - meravigliosa - del pensiero umano, dove le barriere interdisciplinari vengono abbassate se non abbattute e ed emerge l'immagine di un uomo che è in quanto capace di parlare.
Ogni istantanea (sono 17 in tutto) ruota attorno ad una figura. Le voci di Cartesio, Russell, Aristotele, Platone . . . sono rese sincroniche, come se il lettore le stesse riascoltando, avendole tutte di fronte a sè in un immaginario convegno sull'uomo e per l'uomo.
L'istantanea #16 (N. Jerne), da sola, vale l'intero lavoro.
Un libro che ho trovato perfettamente allineato con le qualità del millennio definite da Calvino nelle Lezioni Americane.
Un libro che apre orizzonti e guarda lontano, in ogni direzione, pur rimanendo leggero: un aquilone, in buona sostanza.
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