Posso immaginare che sia fastidioso passeggiare con persone che chiedono continuamente l'elemosina o altro: ma di fronte a me ho persone, questo non dovrei dimenticarlo.
Posso immaginare che Tosi abbia pensato all'effetto della sua misura, e l'abbia proposta quindi per disincentivare certe pratiche, ma l'economia non si applica agli esseri umani.
Ciò che è profittevole potrebbe essere umanamente disdicevole o addirittura riprovevole.
Dovrei invece preoccuparmi del perchè ci sono tante persone che si trovano in condizioni diverse dalla mia. Parlo proprio di me, che ho una famiglia, un lavoro, una casa e soldi sia per il sostentamento sia per gli svaghi e infine non ho disabilità.
Non tutti dobbiamo/possiamo diventare il buon samaritano ma la preoccupazione non dovrebbe essere per il fastidio ma dovrebbe essere orientata a capire per quale motivo la persona che mi chiede l'elemosina si è ridotta o è stata ridotta in questo stato.
A Verona come a Napoli o a Catania, le persone sono tutte uguali. A livello personale e istituzionale il nostro agire dovrebbe essere orientato all'equità sociale, al garantire dei requisiti minimi di sufficiente sostentamento.
Domani potrei essere io l'ultimo, ovvero il disabile, il derelitto, il lebbroso.
Non c'è bisogno di essere cristiani per capire che gli ultimi siamo noi.
Argomento lungo e spinoso, ma in fondo la domanda a cui dobbiamo rispondere è semplice.
Al centro della nostra vita cosa/chi mettiamo ?
Giustizia è riportare tutte le cose al loro senso.
I. Illich
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