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martedì 27 gennaio 2015

maus (a. spiegelman)

Parlare di un capolavoro è difficile. Però questa è davvero un'opera particolare. 
I libri di storia potranno raccontare dettagli ed evoluzione di una delle più grandi tragedie dell'umanità. Così come i filosofi si interrogheranno ancora per anni sul senso (se c'è) di ciò che è accaduto.

Qui invece il discorso è semplice. Ci sono dei gatti terribili, sanguinari, impietosi, senza alcuna traccia di miseria e compassione che massacrano degli umili e indifesi topi.
Il tutto è raccontato dal figlio di uno dei sopravvissuti che raccoglie i racconti e le impressioni del padre, mentre fa i conti con la figura genitoriale. Raccoglie con attenzione anche le impressioni apparentemente più stupide o addirittura secondarie, che disvelano la reazione e il prezzo pagato ds un uomo normale di fronte all'abisso.

Una grafica in bianco e nero essenziale, lacerante, adeguata ai contenuti.

Dovremmo suggerire a tutti di vedere "Il Pianista", "Schindler's List" e di leggere questo. Son convinto infatti che queste tre opere siano un insieme minimo per provare a capire, a percepire l'orrore che è stato. 
E che speriamo non sia - mai - più.


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