Abbiamo assistito e assisteremo ad un flusso ininterrotto di commenti, necrologi, interviste, edizioni speciali dei tg sulla morte di Pino Daniele. Tutto bello, tutto giusto.
Ma oggi non posso togliermi dalla mente il fatto che sia stato un artista incompreso dal suo paese.
Pino Daniele è passato in questa vita lasciandoci la sua musica, la sua arte, la sua visione del mondo. Ma nessuno ha mai pensato di mettergli a disposizione un luogo dove poter suonare per giovani che volessero emergere, imparare, migliorarsi.
Lui lo ha fatto, lo sappiamo bene, collaborando sia con i più grandi sia con quelli ancora agli inizi, ma ciò su base personale.
Mi sarebbe piaciuto vivere in un paese in cui ai figli migliori venisse affidato il riscatto artistico e sociale di altri figli.
Adesso si organizzeranno serate, tributi, retrospettive, cofanetti: il tutto prevedibile e insopportabile per molti versi. Solito marketing supportato dal marchetting intellettuale.
Ci resterà l'opera immensa di un artista che non è stato capito - volutamente o meno non ha importanza - fino in fondo.
La speranza è nei giornalisti, nei musicisti, nelle persone che lo hanno conosciuto e amato: speriamo che possano evitare che diventi la solita icona o peggio, una nuova macchietta.
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