giovedì 31 ottobre 2013

felliniana minima

Nulla si sa, tutto si immagina. 
(da La voce della Luna, Einaudi, 1990)

L'ultima ripresa de "La nave va" è un punto mai raggiunto da nessun'altra cinematografia al mondo. I miei film sono così pesanti. Lui invece arrivava molto più in profondità saltellando sulla spiaggia. 
(Sidney Lumet)

Sono stata io che ho fatto diventare Fellini famoso, non il contrario.
(Anita Ekberg)

Le notti di Cabiria e La strada di Fellini sono film in piena sintonia con lo spirito del cattolicesimo. Credo che oggi guardando un film considerato una volta scandaloso come La dolce vita, si colga in esso il grande grido di sete metafisica, pure nel tragico suicidio dell'intellettuale disperato amico del protagonista. 
(Krzysztof Zanussi)

Ma il primo film che, da giovane, mi ha commosso e mi ha convinto nel cercare di mettere a frutto la mia energia creativa è stato 'La strada', che ho visto lo stesso giorno di 'Sentieri di gloria' di Kubrick. Due film straordinari.
(Donald Sutherland)

martedì 22 ottobre 2013

il suono di twitter

Ieri ho partecipato, con piacere, al #tweetmob organizzato da  #scritturebrevi (Francesca Chiusaroli, @fchiusaroli ).
Si trattava di twittare dalle 18:00 alle 18:30 con i relativi hashtag. Un convertitore digitale (se ho ben capito) si è fatto carico di trasformare il testo dei tweet in suoni.
Il risultato è qui.
In un certo senso è un forte (e riuscito) esperimento di partecipazione sonora collettiva.

Il risultato è molto interessante,  ricorda i brani di certi gruppi di musica sperimentale elettronica anni '70 e anche certa fantascienza scevra da effetti speciali ma intensa dal punto di vista di atmosfera e tematiche affrontate.

Non è musica, almeno se con questo termine intendiamo la presenza di parti melodiche e/o armoniche.
Lo definirei un tappeto sonoro costruito su una base broadband, diffusa, come un rumore di fondo.
Su questo tappeto sonoro cadono dei suoni come gocce di pioggia. Toni singoli, piccoli impatti, note chiare, si ergono da un fondo che ha anche un qualcosa di inquietante. Ipnotico.

Ricorda, per certi versi, anche ciò che fu l'esperimento di Music for Airports di Eno, in forma ancora più oscura e sperimentale.

Ascolto questa traccia sonora, di 30 minuti e 21 secondi, come metafora di una vita nella quale su una base di confusione, spesso di smarrimento, di rumore di fondo, è possibile ricavare, scoprire, costruire attimi, istanti di felicità. Momenti in cui il suono è cristallino, riconoscibile, chiaro.

Resta un'immagine sonora complessiva molto forte.

Ogni tweet, ogni goccia, è l'espressione di uno di noi che qualifica quel momento: ognuno apporta il suo contributo. Ognuno.

Buon ascolto.





PS: Un complimento e un grazie a Francesca e al team di @hashbang2sound.





giovedì 10 ottobre 2013

incroci

Mi sono sempre chiesto quale sarebbe stata la sensazione se, trovandomi in metropolitana piuttosto che in un supermercato, avessi avuto accanto una delle persone che seguo su twitter e che mai avrei potuto riconoscere, specie se si usano pseudonimi.

La risposta più semplice è che questa sensazione può non esistere.
Io non posso sapere, ad esempio, che accanto a me c'è una persona a cui ho detto che Pino Daniele mi piace. Forse questa persona ha anche letto anche qualcosa su questo blog, quindi qualcosa di me sia pur di impercettibile sa, ma anche avendomi di fronte non cambierebbe nulla.
Certo ci sono le foto che possono aiutare, ma in alcuni casi sono piccole e volutamente poco definite.

Ma io alle cose semplificate non ho mai creduto.
Girovagando su twitter tra le persone che seguo, mi è saltata agli occhi l'immagine di un'intestazione da poco modificata.  Mi sono incuriosito perchè mi è sembrato di riconoscere il posto e le persone.
Poi, quasi non riuscivo a crederci, ho messo a fuoco giorno, occasione e persone e mi sono rivisto  in un'immagine scattata poche settimane fa. Poco visibile, certo, ma quella persona dietro il monitor ero (sono) io e io lo posso dire assieme agli altri presenti in quella occasione.

La persona che ha aggiornato questa immagine sul suo profilo twitter non poteva sapere che affianco a lei c'era una di quelle che lei segue su twitter e con cui c'è qualche sporadico scambio.

Allora ?
Allora ora dovrei dire che io quella persona l'avevo guardata per qualche attimo nei giorni precedenti perchè mi sembrava di conoscerla. Dovrei dire che "sentivo" qualcosa.
Ma non vale: troppo facile ora.

Allora adesso c'è una sensazione di spaesamento, confusione, non saprei come definirla bene. È come se un mondo che ritenevo parallelo avesse avuto la possibilità di una connessione casuale.

Siamo giunti entrambi, e inconsapevolmente, a un punto d'incrocio.

A questa persona - che usa uno pseudonimo - dirò che eravamo uno accanto all'altro. Mi sembra corretto così.

Io continuerò a ragionare su questo spaesamento.


PS:
Marzo 2014: La persona in questione aveva abbandonato twitter per un po'. Poi è tornata.
L'immagine in cui siamo entrambi non c'è più.




giovedì 3 ottobre 2013

lampedusa

Mamma mi ha detto che non devo aver paura.
La notte non è mai buia del tutto, ha detto, anche quando si va per mare.
Io le credo, le voglio credere anche se tutte queste stelle mi fanno una certa impressione. Il mare per fortuna è calmissimo e quasi non ci sono onde. Papà quando ci ha accompagnato sulla barca ci ha dato un bacio ciascuno. Uno a mamma, uno a me e uno sulla pancia di mamma dove c'è il fratellino.
Io voglio un fratellino per giocare. Mamma dice che potrebbe essere una sorellina ma io so che è un fratellino. Papà mi ha detto di stare attento a mamma e alla sua pancia. Lui ci raggiungerà tra qualche mese quando avrà messo da parte i soldi anche per il suo viaggio. Mi ha spiegato che l'Italia è un grande paese dove potremo ricominciare una vita tutti insieme, senza paura.
Mi ha detto che anche se non funziona tutto benissimo è molto meglio lì che da noi, dove sono nato io. Anche mamma mi ha detto che gli italiani sono come noi: c'è quello bravo, quello antipatico, quello che aiuta tutti, quello che ti guarda sospettoso ....
Quando siamo saliti sulla barca a me sembrava grande ma poi ho capito che eravamo tantissimi a bordo e la barca sembrava essere diventata più piccola.
Si sentiva una puzza fastidiosa ma mamma mi ha detto di non farci caso. Un uomo ci ha fatto sedere per terra vicini. Lei mi tiene la mano e mi sono messo col capo sotto al suo braccio. Ogni tanto mi accarezza. Mamma mi ha detto che Lampedusa è il nome dell'isola dove sbarcheremo e che ancora prima c'è un'isola più piccola che si chiama dei Conigli: quando la vedremo saremo arrivati.
Vorrei avere un grande giardino con tanti conigli.

Avevo pochi giocattoli ma non me ne hanno fatto portare neanche uno con me. Il signore che guida la barca ha preso i soldi di mio padre e poi ci ha detto che non potevamo portare quasi nulla con noi. È molto duro e mi sembra cattivo.
Una borsa con un po' d'acqua e qualcosa da mangiare, questo è quello che abbiamo. Mamma ha anche una foto piccola di papà e ogni tanto la guarda. Sulla barca c'è silenzio; ognuno sembra pensare ai fatti suoi e non ci sono molti bambini. Nessuno ha voglia di parlare.

Ho chiesto a mamma dove saremmo andati una volta arrivati, in quale casa, in quale città, dove avremmo dormito. Mamma mi ha detto che ci sono dei centri dove cercano di aiutare le persone che arrivano dal mare, come noi. Poi si è alzata ed è andata a guardare verso il mare girandosi. L'ho vista che piangeva, ma non le ho fatto capire che l'avevo vista.

Si è venuta a sedere di nuovo vicino a me. Mi ha sorriso di nuovo.
Mi ha detto che è meglio chiudere gli occhi un po' e cercare di riposare. Ha chinato la testa all'indietro e ha socchiuso gli occhi. Io ho fatto la stessa cosa.

Non so quanto abbiamo dormito, forse un'ora, forse pochi minuti, ma qualcuno ora sta gridando.
Una voce nella lingua che conosco dice che si vede l'isola dei Conigli. Tutti cercano di guardare in quella direzione.

Il nostro viaggio è finito.


[Grazie ad Claudia (@angioletto9) per avermi concesso l'uso del suo disegno.]


mercoledì 2 ottobre 2013

lievito

"Dobbiamo essere un lievito di vita e di amore e il lievito è una quantità infinitamente più piccola della massa di frutti, di fiori e di alberi che da quel lievito nascono. Mi pare d’aver già detto prima che il nostro obiettivo non è il proselitismo ma l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza. Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l’amore. Poveri tra i poveri. Dobbiamo includere gli esclusi e predicare la pace. Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare.".

Estratto del colloquio tra Papa Francesco e Eugenio Scalfari, 01 Ottobre 2013.