Da Napoli è un soffio ormai.
Faccio Via Cavour a piedi, se non piove, e prima di arrivare alla Sapienza prendo il caffè allo stesso posto, da anni. Stamattina ho deciso, chissà perchè, di cambiare. Vado al bar più avanti. Proprio sul marciapiedi di fronte alla fermata Cavour della Metro.
Entro e mentre bevo il caffè sento una voce. All’inizio ho subito cercato di non farci caso. A Roma tra centinaia di migliaia di persone, tra tutti i possibili bar, non poteva essere. Invece era proprio quella voce. Mi sono girato per vedere se la sagoma corrispondesse. Corrispondeva. Anche di spalle, l’ho riconosciuta subito: era lei.
Seduta assieme a un bell’uomo, molto eleganti entrambi; lui molto più grande di lei.
Quante volte ho visto questa scena. Troppe. Per una di queste scene salii in macchina e tornai a Napoli senza farmi più sentire per settimane. E quanti anni sono passati ? Tanti. Tutto è cambiato.
Ma la scena mi ha fatto ricadere in un baratro buio che credevo dimenticato.
Assurdo.
Magari lei era lì a discutere di lavoro, a concordare qualcosa.
Faccio Via Cavour a piedi, se non piove, e prima di arrivare alla Sapienza prendo il caffè allo stesso posto, da anni. Stamattina ho deciso, chissà perchè, di cambiare. Vado al bar più avanti. Proprio sul marciapiedi di fronte alla fermata Cavour della Metro.
Entro e mentre bevo il caffè sento una voce. All’inizio ho subito cercato di non farci caso. A Roma tra centinaia di migliaia di persone, tra tutti i possibili bar, non poteva essere. Invece era proprio quella voce. Mi sono girato per vedere se la sagoma corrispondesse. Corrispondeva. Anche di spalle, l’ho riconosciuta subito: era lei.
Seduta assieme a un bell’uomo, molto eleganti entrambi; lui molto più grande di lei.
Quante volte ho visto questa scena. Troppe. Per una di queste scene salii in macchina e tornai a Napoli senza farmi più sentire per settimane. E quanti anni sono passati ? Tanti. Tutto è cambiato.
Ma la scena mi ha fatto ricadere in un baratro buio che credevo dimenticato.
Assurdo.
Magari lei era lì a discutere di lavoro, a concordare qualcosa.
Non mi importa di lei, non più. M’importa di me.
È come se delle cicatrici dolorosissime si fossero riaperte e dai miei 51 anni quasi fossi stato scaraventato in un macchina del tempo e riportato indietro ai 25, come se nulla fosse poi successo. Sono stato riportato in quegli anni terribili in cui quella storia bella, ma assurdamente dolorosa, si svolgeva. In quegli anni in cui, forse, pagai il pegno per essere ciò che sono.
Assurdo.
Questa città, Roma, mi ha sempre rifiutato.
È come se delle cicatrici dolorosissime si fossero riaperte e dai miei 51 anni quasi fossi stato scaraventato in un macchina del tempo e riportato indietro ai 25, come se nulla fosse poi successo. Sono stato riportato in quegli anni terribili in cui quella storia bella, ma assurdamente dolorosa, si svolgeva. In quegli anni in cui, forse, pagai il pegno per essere ciò che sono.
Assurdo.
Questa città, Roma, mi ha sempre rifiutato.
L'amo tantissimo perchè non si può non essere rapiti da certi scorci, da certi angoli di eternità e di vita vera, ma spesso mi sono dovuto difendere da questi imprevisti - a volte insopportabili - che mi ha regalato. Bellissima e crudele.
Sono rimasto qualche secondo in ascolto di quella voce; ho colto sguardi, risa e toni di voce che ben conoscevo.
Senza farmi notare sono uscito e mi sono diretto respirando forte verso S. Pietro in Vincoli. Mi sono confuso in gruppo di turisti e mi sono avviato verso la facoltà.
Sono rimasto qualche secondo in ascolto di quella voce; ho colto sguardi, risa e toni di voce che ben conoscevo.
Senza farmi notare sono uscito e mi sono diretto respirando forte verso S. Pietro in Vincoli. Mi sono confuso in gruppo di turisti e mi sono avviato verso la facoltà.
Ancora incroci.