Non era più la swinging London della quale avevo sentito parlare, ma era per me la fine di un viaggio e l'inizio di un'altro. E comunque la città era (e resta) una delle capitali del mondo.
Mi trovavo a un congresso per la prima presentazione internazionale.
In inglese e a Londra. Certo un po' di inglese lo sapevo ma l'ansia era fortissima.
La seconda sera londinese andammo con un gruppo di amici all'Empire, discoteca chic di Piccadilly. Serata noiosissima con musica pessima. Non amo ballare ma almeno speravo di sentire qualcosa di decente, fosse pure musica da discoteca.
Mi sentivo sempre più depresso. La storia che chiudevo in Italia mi aveva lasciato senza sorriso e tutto mi sembra vuoto, inutile. Avevo sperato un giorno di visitare Londra ma non in quelle condizioni.
La sera dopo mi trascinarono all'Hyppodrome, super-mega discoteca di tendenza. Mi misi in un angolo, come al solito, e mi preparai a un'altra serata noiosissima. I miei amici facevano i classici italiani in vacanza e attaccavano bottone con tutte le ragazze. Un po' mi vergognavo.
A un certo punto vedo una ragazza molto carina che balla da sola. I miei sguardi sembravano ricambiati, ma non essendo in un luogo che sentivo mio, pensavo fosse solo un autoconvincimento legato alla mia situazione. Gi sguardi però continuavano a incrociarsi.
I miei amici cominciarono a stuzzicarmi facendomi notare che forse era il caso che mi muovessi. Quando mi decisi, le si avvicinò un tipo molto palestrato: subito rientrai nell'oscurità. Pensai che fosse un segno negativo. Mi sentivo un po' Carlo Verdone.
Invece lei, con fermezza e decisione, gli fece capire che non gradiva la sua presenza.
Era il mio momento. Nello stesso istante, cambiò la musica. Iniziava la serata Disco. Io non sapevo nulla ovviamente. La pista centrale si sollevò e feci giusto in tempo a saltare sopra.
Gloria Gaynor, Donna Summer, KC and Sunshine Band, Chic . . . .
Ballavo vicino a lei e ci sorridevamo.
Le chiesi come si chiamasse. Lei mi disse il suo nome e mi chiarì subito che era austriaca e che si trovava a Londra per studiare. Mi disse che aveva intuito subito che fossi italiano e che fossi timido.
Poi mi chiese:
"What's your name ?"
Ineffabile, e senza scompormi ritrovai improvvisamente sorriso e faccia tosta.
"Bond, James Bond."
Scoppiò a ridere.
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