martedì 12 agosto 2025

Di letture, percorsi e pensieri (psicomagia)

Spesso mi trovo all'interno di strane coincidenze che mi portano e riflettere su cose apparentemente lontane. Questo volta l'incrocio magico (sacro ?) si è sviluppato tra i fumetti, il Cile, la meditazione, Gurdjieff e Jodorowski. Sono arrivato alla psicomagia, ovvero, secondo il suo creatore, l'opposto della psicoanalisi. 

 "Nella psicoanalisi tradizionale non si fa altro che decifrare e interpretare i messaggi con il linguaggio corrente i messaggi inviati dall'inconscio. Io agisco al contrario: invio messaggi all'inconscio ultilizzando il linbguaggio simbolico che gli è proprio. Nella psicomagia spetta all'inconscio decifrare l'informazione trasmessa dal conscio."

La lettura apre più domande di quante risposte sembra fornire ma il libro è una forma di intervista per presentare la storia e l'evoluzione del metodo proposto che poi è una forma di  biografia dello stesso Alejandro Jodorowski (AJ). 
Al fondo vi è una una sorta di trasparenza di AJ che non nasconde i dubbi e le possibili spiegazioni alternative ma questa sua ingenuità (come quella di un bambino) è una caratteristica importante per chi come me antepone una certa razionalità che continua a fare da scudo a un fascino indiscutibile di ciò che viene presentato.  
Molto bella la suddivisione degli atti (atto poetico, atto teatrale, atto magico e atto onirico) che poi conducono all'atto psicomagico.  AJ precisa più volte che la sua azione terapeutica non è legata a un compenso ma a un patto che vede la persona interessata impegnata una volta conclusa la terapia a inviare una lettera che riassuma gli eventi e i risultati ottenuti.
AJ, mi piace ricordarlo, è l'artista che assieme a Moebius ha creato L'Incal, si è cimentato per primo con la possibilità di realizzare un film estratto da Dune, ha riportato i Tarocchi alla loro forma originaria, ha creato oltre alla psicomagia la psicogenealogia ... 
Spesso nel testo si fa riferimento ad eventi che possono essere configurati come imbrogli, ma AJ adorna il sostantivo con un aggettivo e li ridefinisce come imbrogli sacri, ed è qui che forse risiede una possibile sintesi, ovvero la possibilità che esistano situazioni, processi che sono difficili da interpretare ma che in qualche modo ci mettono in contatto con parti di noi stessi, delle nostre possibilità che sono largamente inesplorate. Non a caso si parla di coscienze risvegliate. 
In un mondo dominato dalla tecnica e dalla specializzazione, questi approcci hanno sapori allo stesso tempo antichi e moderni: si riscoprono metodi e tradizioni ma li proiettano nel presente e soprattutto guardando al futuro. Magari saranno tutte supercazzole, come dice mio figlio, ma credo che meritino una certa attenzione, soprattutto per recuperare una certa confidenza con l'ignoto e le parti oscure che tendiamo a mettere da parte, a nascondere, precludendoci maggiora consapevolezza di chi ognuno di noi possa essere. 



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