Un anno fa misi il primo post.
Si chiamava "un buon inizio".
Ebbi (e c'è ancora) una madrina, @monicarbedana, che mi lasciò un augurio, auspicio graditissimo.
Da allora 15000 visite. Non so se sono tante o poche: a me sembrano un'enormità.
È faticoso tenere questo tipo di relazioni digitali, ma anche molto piacevole in alcuni momenti. Si ha l'impressione di non essere soli e di mettere a disposizione qualcosa di sé.
La fatica nasce dal fatto che anche qui è necessaria una cura. Non mi piace essere superficiale, approssimato. I caratteri, le foto, i temi, tutto dovrebbe essere scelto e suggerito con una realizzazione che sia pure all'interno di formati standard, dovrebbe evidenziare e far percepire il lavoro che c'è dietro.
Ho messo qui, in questi mesi, ciò che mi piace e che ha solleticato la mia attenzione, la mia rabbia, la mia felicità, il mio stupore. Che poi sono i libri che ho letto, la musica che ascolto (e che canto da solo in macchina), le foto che ho scattato negli anni, le considerazioni su questo strano paese nel quale viviamo.
L'interazione con twitter è fondamentale. Senza il volatile azzurro non credo che sarei mai riuscito a farmi leggere da qualcuno.
Ci sono stati momenti in cui questo piccolo blog ha fatto rimbalzare contenuti che arrivavano da voci molto più autorevoli, oppure è servito semplicemente ad amplificare notizie poco note. Di questo aspetto sono particolarmente contento.
Posso solo ringraziare quanto tra voi hanno avuto modo di apprezzare le piccole cose che suggerisco. Non so per quanto tempo andrò avanti ma ci proverò.
Lasciatemi dedicare la rosa fotografata stamattina ad Antonella: lei sa il perché.
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