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mercoledì 27 novembre 2013

quelli che

quelli che il mio partito è a vocazione maggioritaria
quelli che l'AIDS è una falsa notizia
quelli che tagliano i fondi alle famiglie di disabili
quelli che io a B. non la darò mai
quelli che chiedono cosa sono 135 donne uccise su 60 milioni di italiani
quelli che fanno il plastico della casa dell'omicidio
quelli che B. era sotto di lei mentre l'altra ...
quelli che i dati sul cancro non li puoi presentare perchè non sei autorizzato
quelli che ogni due anni cambiano i testi scolastici
quelli che in 40 ore ho preso l'abilitazione all'insegnamento della lingua inglese
quelli che il referendum sull'acqua pubblica non significa nulla
quelli che mi hanno comprato casa a mia insaputa
quelli che voto D. perchè è intelligente
quelli che voto C. perchè è un moderato
quelli che voto G. perchè se ne devono andare tutti
quelli che voto B. perchè a suo modo è un rivoluzionario
quelli che il tunnel del neutrino
quelli che si aumentano le stock-option mentre l'azienda fallisce
quelli che la camorra è in Campania e la Ndrangheta è in Calabria
quelli che si fa ma non si dice
quelli che benpensano
quelli che hanno messo gli assorbitori dinamici di vibrazione rotti nelle nuove costruzioni antisismiche
quelli che le new town
quelli che non mi hanno lasciato fare le riforme che volevo
quelli che poi dopo mi dimetto e vado in Africa
quelli che bisognerà rivedere la reversibilità delle pensioni
quelli che vorrei un posto in senato anche per mia moglie
quelli che mi faccio l'Università privata
quelli che mi prendo la laurea in Romania
quelli che con la bandiera mi pulisco il sedere
quelli che mio cognato ha la casa a Montecarlo
quelli che sono miei amici di famiglia
quelli che dammi il cartellino che lo timbro anche per te
quelli che oggi prendo una giornata con la legge 104 anche se mia madre abita a 200 km
quelli che non mi compete
quelli che non conosco l'argomento ma vorrei intervenire lo stesso
quelli che bisogna fare le riforme
quelli che il problema è un altro
quelli che una nuova legge elettorale è improcrastinabile
quelli che i giorni dedicati ai disabili devono essere conteggiati prima della pensione
quelli che ho cumulato quattro pensioni perchè mi spettavano
quelli che la ricevuta non te la posso fare perchè
quelli che in questo reparto di terapia intensiva sbatto le porte come e quando voglio
quelli che nel bando di gara non era richiesto di analizzare se il processo di riciclo del rifiuto fosse corretto
quelli che con i proventi del libro ho comprato una casa a mia figlia
quelli che l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio
quelli che primus super pares
quelli che erano cene eleganti
quelli che avevo al telefono il premier turco
quelli che ce lo chiede l'Europa
quelli che la sinistra governa i mezzi d'informazione
quelli che io non ho mai smesso di essere democristiano
quelli che la padania
quelli che il debito pubblico è aumentato ma l'ho già trovato altissimo
quelli che se non ci fosse il sud sarebbe la prima potenza economica d'Europa
quelli che il sud ha bisogno di infrastrutture e sgravi fiscali
quelli che da grande voglio fare il medico perchè è l'unica possibilità di fare soldi studiando
quelli che la biblioteca alle sei di sera chiude altrimenti dobbiamo pagare lo straordinario
quelli che tutti devono pagare la stessa quota per la refezione
quelli che Rita Levi Montalcini è una p.
quelli che i giovani dovranno costruirsi da soli il loro futuro
quelli che ti pago 500 Euro al mese con p.iva. e ringraziami che c'ho la fila dietro la porta
quelli che la barca l'ho intestata ad una società in Lussemburgo come mi ha detto il commercialista
quelli che "ma tu non scarichi nulla ?"

basta





1 commento:

  1. Segnalo un articolo di oggi da La Stampa Così antica, così facile, così moderna Dante, la lingua del futuro
    di Gian Luigi Beccaria

    Nell’ambito del premio Napoli, che riceverà il 13 dicembre, Gian Luigi Beccaria tiene oggi a Napoli (ore 17, Maschio Angioino) una lectio magistralis su «Leggere Dante oggi». Ne anticipiamo uno stralcio
    ADante spetta un altro merito: l’aver segnato, cinque secoli prima dell’unità reale, la data d’inizio di un’unità ideale, quando nel De vulgari eloquentia vede per primo l’Italia come uno spazio geografico e culturale prima che esso esista realmente. Soltanto sei secoli dopo si realizzerà quell’unità inventata dalla appassionata perseveranza dei poeti, che si protende nel tempo tra le pieghe delle scritture.
    Quell’unità anche, che sotto forma di aria di famiglia, noi rifacciamo ogni giorno ancora nel parlare quotidiano. Penso alle parole delle patrie lettere che usiamo come echi di un riconoscimento, quelle che affondano le radici nel Dante letto a scuola, e che hanno costantemente fatto da collante, fatto da contrappeso alla labilità della nostra coesione. Il padre della nostra lingua continua a fornire molta materia al parlare colloquiale e allo scrivere mediamente colto («le dolenti note», «perdere il ben dell’intelletto», «senza infamia e senza lode», «ma guarda e passa», «mi fa tremare le vene e i polsi», «nel mezzo del cammin di...», il «lasciate ogni speranza o voi...», «Galeotto fu...» ecc.).
    E a proposito dell’importanza della lingua letteraria come ripetizione, come tenuta o continuità, e come riconoscimento, la grande letteratura delle Origini ha fatto sì, col suo gran peso culturale, che la lingua rimanesse sino a oggi relativamente stabile. L’italiano di Dante non è così distante da noi. È ancora chiaro e parlante alle orecchie di un italiano del Duemila, sembra talvolta fresco di giornata. Dante è facile da leggere. Non lo è al contrario Chauser per un inglese, così come non lo è il Cid per uno spagnolo, o la Chanson de Roland per un francese, che vanno tradotti perché oggi li si possa capire. Dante invece non è linguisticamente lontano. Nessuno dovrebbe pensare di tradurlo.
    La Commedia, testo venerato, fonda l’«alfabeto» letterario del futuro, e ciò è importante per una paese frammentato. Noi non abbiamo mai avuto il senso profondo di una comunità nazionale, la solidità di un’appartenenza, ma la letteratura e il culto della lingua hanno costituito il vettore di un desiderio unitario. Nessuno lo ha detto meglio di Raffaele La Capria, quando scrive: «Ogni volta che riesco a comporre una frase ben concepita, ben calibrata e precisa in ogni sua parte, una frase salda e tranquilla nella bella lingua che abito, e che è la mia patria, mi sembra di rifare l’Unità d’Italia». L.R.

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