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domenica 2 agosto 2015

orizzonte

Torno da un viaggio lungo, stancante e intenso. Ero al centro delle Montagne Rocciose, in Colorado. Una notte in preda al fuso, che non ho mai assimilato nei giorni che sono stato lì, sono uscito dalla camera dell'albergo e ho camminato per qualche minuto. Poi mi sono fermato e ho alzato la testa: un'immagine difficile da dimenticare. Lo sguardo poteva andare da est a ovest, da nord a sud in una calotta celeste che mai avevo concepito così.

Un panorama mozzafiato in cui lo splendore della natura sottostante e del cielo sovrastante erano una sola cosa. Pensavo che quella visione racchiudeva molto dei miti americani, ma poi ho smesso di fare il sociologo da quattro soldi. Ho pensato che quella visione mi interrogasse. Su chi ero, chi ero stato e chi avrei voluto essere. Le persone che amavo e che mi amavano erano tutte lì con me, così come le difficoltà, i piccoli successi, i tragitti accidentati e anche una fede non sempre convinta e testimoniante. Insomma una vita.

Me lo sono goduto a lungo quell'orizzonte notturno silenzioso, con quella luna piena e una fetta di cielo immenso. Sono tornato pensando che forse avevo ricevuto un altro regalo dalla vita, un momento di bellezza perfetta che mai saprò spiegare con parole ma che conserverò con cura.



Dice, un mio amico che usa le parole molto meglio di me, che la vita in un'ultima analisi è una questione di orizzonti.
Orizzonte è una parola bellissima.





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