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lunedì 21 aprile 2014

generatività

Nell'ultimo anno ho fatto un percorso personale, ho percorso una strada autonoma alla ricerca di certe risposte. Chi segue questo piccolo blog sa di cosa parlo.

Ho iniziato con E. Fromm e la sua ben nota distinzione tra avere o essere, sono passato attraverso la liquidità di Z. Bauman e certi articoli di giornale come quello di S. Settis, non dimenticando alcune considerazioni di amici tuitteri che non potevano essere sottovalutate.
Ho riletto alcune cose che appartengono alla teologia della liberazione dal momento che l'arrivo di un papa sudamericano è stato esso stesso un segno notevole di un mutamento, per quanto credente ateo ognuno di noi possa essere.

Mi sono avvicinato da tempo a queste letture sociologiche e antropologiche, perchè alla fine dei miei studi vivevo in un paese in cui, nonostante i gravi problemi, c'erano delle regole e c'erano degli obiettivi. Si capiva che il paese aveva tra i suoi obiettivi il benessere comune.

Poi tutto si è disgregato, lacerato. Come se tutto e tutti fossimo diventati luoghi e persone senza più alcuna manutenzione.  Tutto è diventato eticamente ed esteticamente brutto.

Le analisi varie che venivano formulate erano tutte coerenti ma allo stesso tempo insufficienti, perchè il degrado era stato più veloce della stessa capacità di analisi. E ciò allontanava ancora di più la possibile sintesi. Quella sintesi che era ciò che io cercavo.

Anche negli scambi su tuitter, dove leggo molti spunti interessanti, sono tutti bravi a formulare commenti sarcastici, precisi, netti; tutti perfetti nel criticare ma raramente si trova un accenno alla possibile soluzione, ad una possibile reazione. Voglio troppo ?
Forse, ma ritengo che se esiste una sintesi, questa si debba manifestare sempre e dovunque.

Ebbene questa sintesi l'ho trovata in questo libro, ma ancor di più nel libro di Mauro Magatti e Chiara Giaccardi che ne è la naturale estensione. La risposta ai mali della moderna società occidentale, ma in breve varrà per tutti i paesi che adotteranno una schema post-capitalistico, viene suggerita in una 'generatività' che diventa, dovrebbe diventare, lo standard di una società nuova che rimetta al centro la persona, il suo essere e la sua capacità di modificare sè e il suo ambiente circostante senza il corto circuito 'potenza-volontà di potenzà'. Il narcisismo contemporaneo, di cui aveva parlato Roberto Cotroneo qui, è il naturale risultato di persone che hanno smarrito la direzione del sè e vanni invece verso quella immagine propria che altri hanno suggerito e proposto. I modelli estetici, etici e comportamentali vengono diretti verso forme di omologazione sempre più subdole spesso difficili anche da identificare perchè la stessa riflessione sulla propria vita richiede tempi e modi ostacolati dalla  routine quotidiana.

Credo che il percorso che da Fromm mi ha portato alla generatività attraverso Freire sia in realtà una strada maestra del nostro vivere contemporaneo e che rappresenti l'unica via possibile alla crisi che stiamo attraversando. Il lavoro di Mauro Magatti e Chiara Giaccardi è il risultato di uno studio lungo e articolato che si declina poi nell'arte, nell'impresa, nella sociologia, nell'economia e nell'educazione. La potenza della generatività è notevole soprattutto se, come spero, diverrà un tendere comune verso certe istanze di rispetto di sé e degli altri che ci dovrebbero essere care come persone libere.

La cosa che ho amato di più in questo libro è il fatto che la generatività agisce su scale diverse. Si muove dall'individuo e va verso una società. Può motivare scelte personali, come l'adozione di un bambino; può sostenere altresì  uno schema macro-economico in cui i profitti aziendali diventano una componente, non l'unica, di un successo d'impresa.

Non a caso il sottotitolo ha in sé la parola manifesto: questo contributo non è solo un'analisi precisissima e lucida su ciò che siamo diventati ma propone una sintesi e una risposta ai mali dell'oggi verso un futuro diverso. Un futuro nel quale, in assenza di rimedi e di contromisure,  non si spezzeranno le catene virtuali che noi stessi ci siamo costruiti

Buona Lettura.

PS: Altro sul progetto complessivo della generatività è qui: http://www.generativita.it.

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