Vivo in uno strano paese dove ci sono animali ancor più strani.
Tre in particolare hanno tenuto la scena ultima.
C'è un caimano che da anni tutti danno per spacciato: sembra sempre che stia per morire. Però è un animale astutissimo ed è sempre stato capace dalla melma e dal fango - dove si nasconde nei momenti bui - di ricordarsi della sua potentissima coda.
Con quella riesce sempre a tener lontano quelli che non hanno saputo mai approfittare della sua indubbia e crescente debolezza.
C'è poi un giaguaro che si sperava desse il morso finale al caimano.
I giaguari però normalmente non attaccano i caimani, sono animali che tra loro si rispettano. Sanno di essere diversi, troppo diversi.
Il giaguaro infatti non lascia più alcuna traccia dietro di sé perchè è invecchiato anche lui; forse si nasconde solo per morire in pace. Neanche lui avrebbe più ora la forza di dare il morso che altri animali gli chiedono.
Ma poi non ne ricorda neanche il motivo, a pensarci bene.
Infine c'è un grillo. Ha guardato per anni il caimano e il giaguaro farsi una guerra anomala. La guerra tra uno che non credeva in quello che faceva ed un altro preoccupato solo di sopravvivere e di non dare ulteriori segnali di debolezza.
Tutti facevano il tifo per l'uno o l'altro, ma nel frattempo la foresta era cambiata. Il grillo si era messo più in alto, sulle piante più comode. Guardava lo scontro e capiva che ormai quella guerra era inutile. Certo il caimano avrebbe azzannato qualche altra piccola vittima, così come il giaguaro avrebbe ancora avuto qualche manifestazione dell'antico splendore.
Gli elefanti continuavano a difendere i caimani, così come gli oranghi avevano preteso e pretendevano rispetto e onore per il giaguaro.
Ma non era più il loro tempo.
La nuova foresta vuole nuovi punti di osservazione: solo animali piccoli, veloci e rapidi nella comprensione avranno la meglio.
Come un grillo.
Pagine
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mercoledì 27 febbraio 2013
martedì 19 febbraio 2013
avrei voluto
- avrei voluto scegliere i candidati, guardandoli in faccia se possibile
- avrei voluto una legge elettorale diversa, in grado di garantire stabilità
- avrei voluto che fosse ridotto il 57% di spesa del sistema
- avrei voluto che Napolitano avesse messo in atto una riduzione del 50% delle spese del Quirinale
- avrei voluto l'abolizione degli enti inutili
- avrei voluto che si fosse dato enfasi al fatto che la Regione Sicilia costa come le altre 19 messe insieme
- avrei voluto che non fossero tagliati i fondi alle famiglie dei disabili
- avrei voluto non sentire più battute sulle volte, quante volte
- avrei voluto che qualcuno dicesse che gli inceneritori provocano il cancro
- avrei voluto che le banche che hanno ricevuto soldi all'1% li avessero poi prestati alle famiglie e alle imprese a un interesse pari al 3%
- avrei voluto sapere se c'è ancora che vive in case comprate a sua insaputa
- avrei voluto che 'mani pulite' fosse finita
- avrei voluto che gli insegnanti bravi fossero stati premiati
- avrei voluto incentivi per gli studenti migliori a rimanere in Italia
- avrei voluto maggior tutela per le donne e i bambini
- avrei voluto non imparare mai una parola come 'esodati'
- avrei voluto non sentir parlare più di 'cultura celtica'
- avrei voluto non capire più che bisogna scegliere 'il male minore' ma il 'bene maggiore'
- avrei voluto non vedere più i volti di chi ha causato il disastro e ora parla, parla, parla
- avrei voluto che chi avesse sbagliato non fosse stato poi premiato
e da ultimo
avrei voluto non sentire quelle risate espresse dopo il terremoto del L'Aquila
avrei voluto non sentire le voci di prefetti che rimproverano i parroci oppure piangono finte lacrime di circostanza
avrei voluto un paese che ama i suoi cittadini
avrei voluto un sogno per questo paese e voterò con questo sogno in mente.
Una volta ancora.
L'ultima ?!
avrei voluto non sentire quelle risate espresse dopo il terremoto del L'Aquila
avrei voluto non sentire le voci di prefetti che rimproverano i parroci oppure piangono finte lacrime di circostanza
avrei voluto un paese che ama i suoi cittadini
avrei voluto un sogno per questo paese e voterò con questo sogno in mente.
Una volta ancora.
L'ultima ?!
giovedì 14 febbraio 2013
la lentezza dello sguardo, Gabriele Basilico
Ieri è scomparso Gabriele Basilico.
L'Italia perde uno dei suoi migliori fotografi e credo che la perdita sarà avvertita a livello internazionale.
Un'ottima sinossi del suo lavoro è qui: Basilico su Fotologie.
Chiunque sia appassionato di fotografia non può prescindere dalla conoscenza sia pure superficiale del suo lavoro. I grandi fotografi conferiscono uno sguardo ai loro soggetti che inevitabilmente influenzerà le visioni successive.
Mi ha sempre colpito uno dei suoi lavori in Francia, quando il governo francese commissionò ad alcuni fotografi di documentare la trasformazione del paesaggio.
I suoi studi di fabbriche e il reportage a Beirut sono vere e proprie investigazioni antropologiche, sulle trasformazione dei paesaggi urbani per i fenomeni di industrializzazione nel primo caso e come risultato dell'assurdità della guerra nel secondo. Entrambi sono in assenza di qualsiasi figura umana, non paradossalmente.
Eppure all'interno di queste ricerche, c'è una dominanza della forma che è presente in modo chiaro, palese. La collocazione della macchina, la scelta dell'inquadratura, certe simmetrie/asimmetrie sono quasi una metafisica del paesaggio. E lasciano un segno profondo.
Penso che di quella lentezza nel guardare avremmo ancora bisogno.
Non sono in grado di dire oltre e non è neanche necessario.
Suggerimenti di lettura:
*) G. Basilico: "Architetture, città, visioni: Riflessioni sulla fotografia"; Bruno Mondadori Editore.
*) Il post di Michele Smargiassi: Basilico su Fotocrazia..
Buona visione e buona lettura.
L'Italia perde uno dei suoi migliori fotografi e credo che la perdita sarà avvertita a livello internazionale.
Un'ottima sinossi del suo lavoro è qui: Basilico su Fotologie.
Chiunque sia appassionato di fotografia non può prescindere dalla conoscenza sia pure superficiale del suo lavoro. I grandi fotografi conferiscono uno sguardo ai loro soggetti che inevitabilmente influenzerà le visioni successive.
Mi ha sempre colpito uno dei suoi lavori in Francia, quando il governo francese commissionò ad alcuni fotografi di documentare la trasformazione del paesaggio.
I suoi studi di fabbriche e il reportage a Beirut sono vere e proprie investigazioni antropologiche, sulle trasformazione dei paesaggi urbani per i fenomeni di industrializzazione nel primo caso e come risultato dell'assurdità della guerra nel secondo. Entrambi sono in assenza di qualsiasi figura umana, non paradossalmente.
Eppure all'interno di queste ricerche, c'è una dominanza della forma che è presente in modo chiaro, palese. La collocazione della macchina, la scelta dell'inquadratura, certe simmetrie/asimmetrie sono quasi una metafisica del paesaggio. E lasciano un segno profondo.
Penso che di quella lentezza nel guardare avremmo ancora bisogno.
Molti considerano Mimmo Jodice e Gabriele Basilico due pilastri della cultura italiana a tutto tondo: cuore e ragione, mito e tempo.
Non sono in grado di dire oltre e non è neanche necessario.
Suggerimenti di lettura:
*) G. Basilico: "Architetture, città, visioni: Riflessioni sulla fotografia"; Bruno Mondadori Editore.
*) Il post di Michele Smargiassi: Basilico su Fotocrazia..
Buona visione e buona lettura.
venerdì 8 febbraio 2013
#tWebook
Non è neanche un anno che sono su twitter. Eppure ho avuto il privilegio di assistere a due esperimenti di scrittura nati all'interno di questo social network.
Uno di questi è #tWebook.
#tWebook è un racconto scritto tweet à tweet - come recita la copertina - da @titofaraci e @angiolettofree.
Un tweet, per chi ancora non lo sapesse, è un messaggio composto da 140 spazi, la lunghezza di un sms.
I due autori, un tweet dopo l'altro, hanno costruito una storia molto bella che alterna situazioni da thriller ad altre più romantiche lasciando un giusto grado di attesa.
Ci sono cadaveri, baci, e tweet naturalmente.
I personaggi che troverete sono tutti belli e se si considera quanto pochi caratteri siano stati usati si capisce come la sintesi imposta dal mezzo abbia generato una forma nuova di 'racconto'.
È ovvio che ci sono molte citazioni, rimandi, e quindi il presupposto che il lettore sappia già altro: ma questo è sottinteso fin dall'inizio in questo gioco.
Considero #tWebook un piccolo gioiello: anche la grafica finale è molto ricercata e adatta alla forma del testo. Potete scaricare il libro in pdf qui: #tWebook.
La lettura in toto però non ha avuto per me lo stesso fascino di quando un tweet dopo l'altro la storia si è sviluppata. Anche i tweet che si scambiavano i due autori, sulla creazione della storia, erano da considerarsi all'interno della narrazione.
Alcuni tweet di Tito sono dolci come carezze, mentre altri di AngiolettoFree hanno la fermezza dei 'duri'. Lo scambio continuo è stata la parte più riuscita: un'alchimia non facile.
Ci sono stati momenti, tweet, di assoluta bellezza; io ho i miei preferiti ma non voglio elencarli per non influenzare coloro che ancora non l'hanno letto.
Cosa state aspettando ?!
Invece di perdere tempo su Twitter scaricatevi il pdf e correte a leggerlo.
Uno di questi è #tWebook.
#tWebook è un racconto scritto tweet à tweet - come recita la copertina - da @titofaraci e @angiolettofree.
Un tweet, per chi ancora non lo sapesse, è un messaggio composto da 140 spazi, la lunghezza di un sms.
I due autori, un tweet dopo l'altro, hanno costruito una storia molto bella che alterna situazioni da thriller ad altre più romantiche lasciando un giusto grado di attesa.
Ci sono cadaveri, baci, e tweet naturalmente.
I personaggi che troverete sono tutti belli e se si considera quanto pochi caratteri siano stati usati si capisce come la sintesi imposta dal mezzo abbia generato una forma nuova di 'racconto'.
È ovvio che ci sono molte citazioni, rimandi, e quindi il presupposto che il lettore sappia già altro: ma questo è sottinteso fin dall'inizio in questo gioco.
Considero #tWebook un piccolo gioiello: anche la grafica finale è molto ricercata e adatta alla forma del testo. Potete scaricare il libro in pdf qui: #tWebook.
La lettura in toto però non ha avuto per me lo stesso fascino di quando un tweet dopo l'altro la storia si è sviluppata. Anche i tweet che si scambiavano i due autori, sulla creazione della storia, erano da considerarsi all'interno della narrazione.
Alcuni tweet di Tito sono dolci come carezze, mentre altri di AngiolettoFree hanno la fermezza dei 'duri'. Lo scambio continuo è stata la parte più riuscita: un'alchimia non facile.
Ci sono stati momenti, tweet, di assoluta bellezza; io ho i miei preferiti ma non voglio elencarli per non influenzare coloro che ancora non l'hanno letto.
Cosa state aspettando ?!
Invece di perdere tempo su Twitter scaricatevi il pdf e correte a leggerlo.