Prendo una pausa da Twitter a partire da oggi.
La socialità digitale sta invadendo le mie giornate. Per lavoro, passo molte ore davanti a un computer e/o allo schermo di un telefono. Inevitabilmente, ma per mia debolezza, controllo cosa succede alla mia parte social con una frequenza divenuta preoccupante.
Mi sono accorto che ciò sottraeva sempre più tempo alle mie cose.
Soprattutto toglieva tempo anche ai miei silenzi, di cui ho bisogno.
Continuerò a lanciare i miei aquiloni da qui e, come sempre, quando ciò accadrà, sottolineeranno ciò che mi ha colpito ed emozionato.
Le mie foto - per il momento - continuano a essere qui, flickr/eucromia.
Arrivederci
(Buon Anno a tutti)
Pagine
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mercoledì 31 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
il bacio
Era qualche giorno prima dell'Epifania.
Non avevano trovato cosa fare e dove andare, come sempre a quell'età.
Si offrì per ospitarli a casa sua, in fondo un gruppo di ragazzi che si diverte in un giorno di festa, non avrebbe mai dato fastidio ai suoi. Erano genitori tolleranti e comprensivi.
Era da Settembre che la frequentava ma le sue storie precedenti lo avevano impaurito. La ragazza era bella procace ma la sua sicurezza ne potenziava il fascino. Lui era timido da morire e spesso aveva cercato di farle capire bene quello che provava per lei. Lei stava al gioco ma non si capiva cosa volesse da lui, nonostante un'intesa fortissima.
La stanza era grande e c'era uno stereo, regalo della maturità di due anni prima. I 33 giri erano pochi ma consentivano di ballare a chi ne aveva voglia.
C'erano i resti delle feste, panettoni, dolciumi vari, e qualche bottiglia di Coca-Cola. Bastava per passare la serata tutti insieme. Chi non ballava, fumava, parlava, ne approfittava per confidarsi con qualcuno. Si affacciavano tutti alla vita vera, il lavoro, università: non era semplice.
Non è mai stato semplice.
Loro continuavano a scherzare e ad essere complici come ormai da tempo. Lui non la mollava un attimo e quasi la voleva mangiare con gli occhi.
La serata sembrava scivolare via così, come tante altre, apparentemente anonime e noiose.
D'un tratto lei rise e gli fece un cenno col dito. Lui al volo capì e si nascosero dietro una porta battente che dava in un corridoio, coperti da un'ombra perfetta. I loro sorrisi non lasciarono spazio alle parole.
Poi naturalmente, come fosse (ed era) la cosa più giusta e bella del mondo, si baciarono.
Per lui era la prima volta. Fu 'stupefacente'. Non aveva idea che potesse essere così magnifico e inebriante questo momento perfetto. Cercò di non aprire gli occhi e superare quella sensazione d'impaccio che lo aveva sempre accompagnato. Avrebbe voluto un'eternità simile a quel bacio.
Però lei improvvisamente scoppiò in un pianto incontenibile, interrompendo quella beatitudine: si accasciò a terra e non riusciva a togliersi le mani dalla faccia. Non aveva mai visto una ragazza piangere così. Già era confuso per il bacio, figurarsi ora che la vedeva in quello stato.
Chiese con dolcezza: 'Perchè stai piangendo ?'
Lei rispose: 'Non mi era mai capitato nulla di così bello."
La strinse a sè e l'abbracciò più forte.
L'adolescenza di entrambi finì in quel momento.
Non avevano trovato cosa fare e dove andare, come sempre a quell'età.
Si offrì per ospitarli a casa sua, in fondo un gruppo di ragazzi che si diverte in un giorno di festa, non avrebbe mai dato fastidio ai suoi. Erano genitori tolleranti e comprensivi.
Era da Settembre che la frequentava ma le sue storie precedenti lo avevano impaurito. La ragazza era bella procace ma la sua sicurezza ne potenziava il fascino. Lui era timido da morire e spesso aveva cercato di farle capire bene quello che provava per lei. Lei stava al gioco ma non si capiva cosa volesse da lui, nonostante un'intesa fortissima.
La stanza era grande e c'era uno stereo, regalo della maturità di due anni prima. I 33 giri erano pochi ma consentivano di ballare a chi ne aveva voglia.
C'erano i resti delle feste, panettoni, dolciumi vari, e qualche bottiglia di Coca-Cola. Bastava per passare la serata tutti insieme. Chi non ballava, fumava, parlava, ne approfittava per confidarsi con qualcuno. Si affacciavano tutti alla vita vera, il lavoro, università: non era semplice.
Non è mai stato semplice.
Loro continuavano a scherzare e ad essere complici come ormai da tempo. Lui non la mollava un attimo e quasi la voleva mangiare con gli occhi.
La serata sembrava scivolare via così, come tante altre, apparentemente anonime e noiose.
D'un tratto lei rise e gli fece un cenno col dito. Lui al volo capì e si nascosero dietro una porta battente che dava in un corridoio, coperti da un'ombra perfetta. I loro sorrisi non lasciarono spazio alle parole.
Poi naturalmente, come fosse (ed era) la cosa più giusta e bella del mondo, si baciarono.
Per lui era la prima volta. Fu 'stupefacente'. Non aveva idea che potesse essere così magnifico e inebriante questo momento perfetto. Cercò di non aprire gli occhi e superare quella sensazione d'impaccio che lo aveva sempre accompagnato. Avrebbe voluto un'eternità simile a quel bacio.
Però lei improvvisamente scoppiò in un pianto incontenibile, interrompendo quella beatitudine: si accasciò a terra e non riusciva a togliersi le mani dalla faccia. Non aveva mai visto una ragazza piangere così. Già era confuso per il bacio, figurarsi ora che la vedeva in quello stato.
Chiese con dolcezza: 'Perchè stai piangendo ?'
Lei rispose: 'Non mi era mai capitato nulla di così bello."
La strinse a sè e l'abbracciò più forte.
L'adolescenza di entrambi finì in quel momento.